Il territorio
Un Corso in miracoli delinea chiaramente il territorio nel quale il viaggio si evolve dalle sue fasi iniziali fino alla fine. E’ rappresentato da due stati mentali che il viaggiatore impara a identificare in sé all’inizio del percorso, in quella fase che il Corso definisce discernimento. Passo dopo passo, grazie alle lezioni fornite dal libro degli esercizi, il viaggiatore è guidato a sperimentarli praticamente e ad apprendere un metodo- definito perdono- che gli permette di accedere dall’uno all’altro.
Sono due stati di esperienza e consapevolezza nettamente distinti ed incompatibili.
L’altro stato, diametralmente opposto ed incompatibile con esso, è definito invece “mente corretta” ed è caratterizzato da un profondo senso di pace, di gioia, di libertà, di forza interiore e di comunione con gli altri. È lo stato che conduce il viaggiatore verso il Cielo.
Non ci sono che due direzioni che puoi prendere, fintanto che rimarrà il tempo e scegliere avrà significato.
Perché non verrà mai fatta un’altra strada eccetto la via verso il Cielo.
Non puoi che scegliere se andare verso il Cielo, o lontano, verso il nulla. Non c’è niente altro da scegliere. (Ucim. T-26.V.1:9-12)
L’identificazione di questi due stati non è così facile e scontata. Presume la capacità di diventare osservatori dei propri pensieri. Questa è la condizione indispensabile per accedere a quell’esperienza interiore e quell’identità che il Corso definisce mente. Una volta appreso il metodo di osservazione dei propri pensieri, il viaggiatore entra nel territorio, ed il suo viaggio ha finalmente inizio.
Nei capitoli 3-6 del libro Un Corso in Miracoli parla di sé è descritto in dettaglio il territorio dl viaggio e nel capitolo 7 è descritto l’addestramento della mente che il viaggiatore deve compiere per poter passare dalla direzione sbagliata a quella corretta.